Biografia di Sri Haridasa Sastri Maharaja
Sri Maharaja nasce il 21 febbraio del 1918, in una eminente famiglia religiosa e di alta cultura brahminica, a Ropa nel distretto di Purulia nel Bengala occidentale. I suoi genitori erano molto ricchi, oltre ad una considerevole proprietà terriera possedevano delle miniere di carbone. Un giorno, quando era bambino, accompagnò sua madre ad ascoltare un discorso sulle glorie del Signore Sri Krsna pronunciato da un sadhu, ascoltandolo il suo cuore iniziò a desiderare Sri Krsna. Dopo aver frequentato le scuole primarie andò a Kolkata, a casa di suo zio, dove proseguì i suoi studi. In quel periodo essendo costantemente assorto nel pensiero di Sri Krsna cercava ogni opportunità per incontrare le persone sante e stare in compagnia dei devoti di Sri Bhagavan. All’età di 15 anni rinunciò così alle comodità e al lusso della sua casa e si mise in viaggio diretto a Mathura in compagnia di un sadhu, da lì, lungo le rive della Yamuna, raggiunse Vrndavana, la terra di Sri Krsna. Era l’anno 1933. Passò la sua prima notte al tempio di Govindaji. A quel tempo Vrndavana era completamente diversa da oggi, era abitata solo da sadhu vaisnava che vivevano in capanne e nessuno si vestiva di color zafferano o rosso. La popolazione era poca e la maggior parte del territorio era ricoperto di giardini e foreste. Gli aspiranti spiritualisti, che entravano nel territorio di Sri Vraja-mandala, andavano ad incontrare un santo vaisnava famoso, Sri Ramakrsna dasa Babaji che viveva a Dauji Garden, dove attualmente si trova la sede del Vrndavana Research Institute.

Egli proveniva dalla famiglia dei sacerdoti regali di Jaipur ed era chiamato, dagli abitanti di Vrndavana, Pandita Baba. Alle persone che andavano ad incontrarlo egli rispondeva alle loro domande in accordo agli insegnamenti delle fedi individuali. Pandita Baba aveva dato vesha-diksha (il diksha nell’ordine di rinuncia nella tradizione di Sri Caitanya Mahaprabhu) a Sri Vinoda Vihari Gosvami Maharaja, una grande personalità molto erudita negli sastra.

Maharaja, dopo il suo arrivo a Vrndavana, iniziò a vivere con Pandita Baba, che era conosciuto come un grande studioso e rinunciato, infatti non aveva nessun asrama, non possedeva nulla e l’unico oggetto di sua proprietà era un contenitore per il cibo. Il fatto che Pandita Baba si prese cura di un giovane ragazzo come Maharaja, era un episodio straordinario. Maharaja visse con Pandita Baba per un anno, servendolo in modo sincero. Sri Pandita Baba consigliò Maharajaji di accettare diksha soltanto dal suo unico discepolo, Sri Vinoda Vihari Gosvami. Maharaja seguì l’indicazione di Babaji e si dedicò totalmente al servizio del suo guru, che gli diede il nome Haridasa ed insieme vissero al Kaliya-daha. Regolarmente andavano a trovare Pandita Baba, in una di queste visite Babaji chiese a Gosvami Prabhuji il perché non avesse ancora dato vesha diksa a Maharaja, Gosvami Prabhuji prese questa affermazione come un ordine e diede vesha a Maharaja. Sri Vinoda Vihari voleva riportare la cultura spirituale vaisnava a Vrndavana, così come era stata portata dai Gosvami ai tempi di Sri Caitanya 500 anni prima. Egli studiò nella città santa di Navadvipa nel Bengala occidentale e conseguì diplomi di laurea nelle discipline filosofiche indiane e vaisnava. A Vrndavana era conosciuto come Sri Vedanta Ratna Mahasaya, il grande gioiello del Vedanta.

Maharaja studiò dal suo guru filosofia e sahitya, e nyaya da altri insegnanti, in seguito, seguendo il desiderio del guru, andò a Varanasi per completare i suoi studi. In dodici anni studiò tutti i sei sistemi filosofici indiani, con grandi studiosi di fama nazionale, conseguendo nove diplomi di laurea e tre di specializzazione. A quel tempo la sua grande conoscenza era molto rara nell’intera India e nonostante i vari livelli di laurea conseguiti, preferiva il titolo di Nyayacarya. Al suo ritorno a Vrndavana proseguì il servizio al suo guru, seguendolo come un’ombra, mangiando dopo il guru, andando a dormire dopo di lui e svegliandosi prima. Quando Gosvami Prabhuji lasciò il corpo ed entrò nei passatempi di Sri Krsna, Maharaja fece il voto del silenzio e si dedicò al canto, al ricordo dei passatempi di Sri Krsna e all’adorazione delle divinità. Ogni sera si recava al tempio di Govindaji per ricevere il darshana del Signore e accettare il prasadam. Nel 1965 Maharaja fondò lo Sri Haridasa Nivasa Asrama, nell’antico luogo del suo guru al Kaliya-daha.

Il centro di questo asrama è il tempio di Sri Caitanya Mahaprabhu, Sri Gadadhara Pandita, Sri Radha e Sri Govinda deva. E’ stato il primo, tra i maggiori templi di Vrndavana, ad avere le divinità di Sri Caitanya e Sri Gadadhara. All’interno dell’asrama si trovano il samadhi di Sri Vinoda Vihari Gosvami Prabhuji e un piccolo tempio di Sri Hanuman. Mentre stava costruendo il tempio, il suo insegnante di nyaya proveniente da Benares, Sri Harirama Sukla, andò a trovarlo e lo sollecitò ad impegnarsi nell’insegnamento delle scritture, per preservarle e farle conoscere. Maharaja accettò il consiglio del suo insegnante, interruppe il voto del silenzio ed iniziò a tenere lezioni dalle 4 alle 9 di sera. In questo modo ha illuminato migliaia di studenti, insegnando vari argomenti legati ai sei darsana. Maharaja notò che a Vrndavana, l’originale conoscenza delle scritture dei Gosvami stava scomparendo e la maggior parte dei sadhu avevano perso l’adeguata comprensione delle scritture. Le pratiche spirituali nella tradizione di Sri Caitanya Mahaprabhu si basavano sulla presunzione di diversi individui che avevano distorto i veri insegnamenti dei Gosvami. Inoltre i pochi testi disponibili dei Gosvami e di altri acarya erano in sanscrito e molti di questi scritti si persero a causa della negligenza e dell’ignoranza, ma Maharaja intraprese il compito di salvare le scritture così care al Signore. Raccolse vari libri e manoscritti che rischiavano di andare persi, li tradusse in hindi, in bengali e li pubblicò. Creò la più grande biblioteca di Vrndavana, la Sri Gaura-Gadadhara Granthagram, e una casa editrice, la Gadadhari-Gaurahari Press. Oggi sono stati pubblicati libri anche in lingua inglese, spagnolo, italiano e tamil, rendendo disponibile al mondo intero la conoscenza che ha rivelato Sri Caitanya Mahaprabhu, al di là della casta, credo, religione o nazionalità. Un altro desiderio di Sri Caitanya Mahaprabhu era quello di ristabilire la cultura originaria di Vraja, che ai tempi del Signore Krsna si basava sul servizio alle mucche go. Applicando praticamente questa cultura, Maharaja creò la Goshala Sri Haridasa Nivasa, nella quale ci si prende cura delle mucche-go così care a Sri Krsna. Il 6 ottobre 2013, all’età di 95 anni, Sri Haridasa Sastriji Maharaja ci ha lasciati per entrare nei nitya-lila di Sri Krsna. Fino alla fine della sua vita, incurante della età avanzata, ha continuato ad insegnare le scritture, scrivere libri, fare seva nella sua Goshala, guidando discepoli, ricercatori spirituali ed altre personalità che presero rifugio ai suoi piedi di loto.