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RUCI, IL GUSTO PER LA BHAKTI | ![]() |
Il gusto per la bhakti si riceve dalla grazia del guru ed è da questa misericordia che si apprezzano le parole del Signore Krsna e ciò che è in relazione a Lui, che sia il guru o altro. Questa è la caratteristica di chi percorre il sentiero della raganuga-bhakti. | |
D. Questo ruci, che è la forza stimolante nella raganuga-bhakti, è qualcosa che viene data oppure è acquisita con il sadhana, o altro?
R. L'uttama-bhakti è acquisita solo per la grazia di un devoto o di Krsna, non è ottenuta per mezzo di qualche processo, sadhana o altro. Quindi ruci si riceve da questa grazia. Persino se si ha un piccolo ruci, gusto, è il sintomo di essere sul sentiero della bhakti. Se non si è offensivi, anche un piccolo tocco di ruci libera la persona.
D. Qual è la differenza tra katha-ruci e il livello di ruci successivo ad anartha-nivrtti?
R. Katha-ruci è la fase primaria e il ruci che viene dopo anartha-nivrtti è la fase matura, dove si diventa liberi dagli anartha e si è fissi e completamente assorti nella bhakti.
D. Nel sentiero della vaidhi-bhakti ci sono gli stadi da Śraddhā a prema come nella raganuga-bhakti?
R. La differenza di base tra queste due strade è come si prende il processo. L’uttama-bhakti inizia dal piacere per la bhakti. Ruci significa che si apprezzano le parole del Signore e si ha piacere per tutto ciò che è in relazione con Lui, che siano il guru o gli oggetti. Quando una persona ha un simile piacere si sente ispirata in modo naturale. Non c’è una causa per questo piacere, è solo perché le piace. Proprio come le persone nel mondo materiale hanno piacere per le cose, non c’è un motivo per questo. Allo stesso modo per la grazia del Signore una persona è ispirata.
Esistono due differenti semi: vaidhi e raganuga-bhakti. Le fasi sono le stesse, sia in vaidhi che in raganuga-bhakti, così come il processo e le attività: sravanam, kirtanam e altro. La sola cosa che li distingue è che nell’uttama-bhakti si ha piacere di seguire, non si ha bisogno di alcuna ingiunzione. Si è pienamente soddisfatti, ed ottenendo un guru si ha tutto. Così la mente non va qui e là dicendo: "voglio questo, voglio quello", questa è la differenza. Il ruci iniziale non è il ruci della fase di nistha. Il ruci iniziale ci conduce al processo di devozione, e quello che segue ci fa percorrere il sentiero.
D. Per coloro che non hanno ruci in raga-marga e tuttavia sono ispirati a seguire questo sentiero, Jiva Gosvāmī dice che dovrebbero seguire vaidhi, ma questo sarebbe misto con raga-marga. Come si dovrebbe procedere?
R. La qualificazione in raganuga è avere un naturale piacere.
Se non lo si ha, allora deve essere mischiato, comunque ci deve essere del piacere, che non è completo e va miscelato. Così s’intraprende il processo della raganuga bhakti, perché quello di vaidhi è diverso, comprende pancaratrika-vidhi, adorazione e altro. Mentre la raganuga si basa principalmente sul nama-kirtan, sravanam e altri tipi di sadhana. S’intraprenderà questo raga-marga, sebbene si abbia solo un piccolo piacere nel farlo.
Avendo questo naturale desiderio di seguire il sadhana di raganuga, lo si farà nei modi di vaidhi, cioè attraverso le ingiunzioni sastriche. Questo è ciò che intende Jiva Gosvāmī quando dice che è misto, c'è del piacere e si segue in accordo alla disciplina degli sastra.
D. Qual è la spiegazione del significato di eki-krtya?
R. Eki-krtya, quando due cose diventano una, significa seguire raganuga in accordo a vaidhi. Poiché c’è del piacere il sentiero è considerato come una parte di raganuga, in quanto si pratica il sadhana che si segue in raganuga. Il devoto canta, ascolta e altro come in raganuga, ma non avendo tanto piacere nel fare questo, segue vaidhi. In questo senso è eki-krtya, una cosa unica.
Nel servizio di raganuga è molto importante il servizio al guru e goseva. In genere queste non sono parti del vaidhi-marga, dove la predominanza è data a pancaratrika-vidhi, l’adorazione delle divinità, come nelle altre sampradaya. Così farai tante attività, ma non c'è piacere.
Ma qui in raganuga tu puoi all’inizio non avere piacere, per esempio nel fare goseva, non senti veramente di fare servizio per il piacere delle mucche-go e renderle felici. Ma poiché hai del desiderio o ascoltato che è buono, allora incominci a farlo. Se lo fai sinceramente inizierà a piacerti e in seguito lo farai in modo naturale. All’inizio agirai a seguito delle ingiunzioni, così otterrai il naturale piacere per farlo.
D. Quindi paricarya, servizio, è in realtà il servizio che dà piacere al guru o alla persona che si sta servendo.
R. Sì, perché vaidhi è limitata a certe attività. Raganuga, principalmente, è il servizio alla persona, che include tutto perché è anukulyena krsnanusilanam. Anusilanam significa che tutto è incluso. Mentre in vaidhi le attività sono prescritte.
D. Lo specifico piacere per alcune attività devozionali si sviluppa in modo naturale quando si segue il processo, oppure è diretto dal guru?
R. Questo è quello che ho detto, la bhakti significa che si è sotto la direzione del guru, egli è la chiave. In raganuga prima della spontaneità si deve cooperare, questo è il primo passo. Il piacere spontaneo non è una cosa facile. Non è nei tuoi mezzi, non è sadhya perché non sai cosa ti piacerà. Il piacere spontaneo per qualche cosa non è sotto il tuo controllo e non è generato dalle tante pratiche che compi, se fai sadhana-bhakti o no. Non avviene in questo modo. Viene dalle benedizioni del guru.
Quindi il primo passo è quello di cooperare con lui. Quando inizi a cooperare, allora capirai il significato di anukulya. Quando incominci a farlo, diventerà spontaneo.
Sebbene si pensi, che se si compie qualche azione si otterrà un risultato, ovvero che praticando il sadhana-bhakti si otterrà la perfezione nella bhakti, questo non succederà in modo meccanico.
Il segreto è che si deve passare attraverso il guru. Questo è ciò che puoi non trovare scritto ovunque. Ma in realtà è il motivo per cui le persone si perdono, nonostante negli sastra sia rivelata e definita la resa al guru, le persone non capiscono che è la vera chiave di tutto. Essi leggono una descrizione di sravana oppure leggono l'esempio del canto di Haridasa Thakura, ed iniziano a cantare 100 giri di japa. Fanno questo, ma in realtà non succede niente. Perché la cosa basilare nella bhakti è non essere indipendente, non è come nel mondo materiale dove le persone agiscono in modo indipendente. Quando si arriva alla bhakti non si può continuare ad essere indipendenti. Se lo si fa non si avrà la perfezione.
[Questo è il punto sul quale Maharaja pone ripetutamente grande enfasi nella maggior parte delle sue risposte.]
D. La parola susrusa significa il desiderio di servire o il desiderio di ascoltare?
R. Ha entrambi i significati, il servizio inizia con l'ascolto. Quando servi ottieni il desiderio di ascoltare. Nei nove metodi di servizio devozionale l'ascolto è il primo:
sravanam kirtanam visnoh
smaranam pada-sevanam
arcanam vandanam dasyam
sakhyam atma-nivedanam
“La devozione a Sri Visnu è di nove tipi: ascoltare, cantare e ricordare Sri Visnu, servire i Suoi piedi, adorarLo, recitare preghiere, essere un servitore, un amico e arrendere il proprio sé.” (S.B. 7.5.23)
Tuttavia devi ascoltare da un mahat, un puro devoto del Signore, non da un recitatore professionista. Quando vuoi bere del latte lo devi bere puro, se c'è del veleno o dell’impurità sarà dannoso per la tua salute. Allo stesso modo si deve ascoltare i devoti del Signore, perché ascoltando i recitatori professionisti, svilupperai il desiderio: "lui sta parlando ed ha tanti seguaci, anch'io voglio essere così". Invece di sviluppare interesse per Krsna avrai l’interesse in ciò che è proibito: “Posso fare molti soldi e vivere in modo confortevole”.
Questo non è il risultato di katha-ruci, è solo ruci per il proprio sé. È ciò che succede ascoltando i recitatori professionisti, vorrai essere come loro.
D. All'inizio del Bhakti-sandarbha ci sono dei versi che iniziano con sastra vai pumsam, Jiva Gosvāmī fa il punto che ekantika sreya è sviluppare ruci, in modo specifico ruci in hari-katha. Può Maharaja approfondire questo punto?
R. Una persona ha due tipi di bhava, umori o temperamenti: uno è il piacere e l'altro l’avversione, raga e dvesa. Quando ti piace una persona, ti piace tutto di lui. Vuoi ascoltare di lui e vedere le sue buone qualità. Mentre se qualcuno non ti piace, avrai piacere nel criticarlo, trovandogli difetti.
In genere, nel mondo materiale, le persone non hanno interesse ad ascoltare la katha del Signore. Così se attraverso la predica o l’associazione con altri, o impegnandosi in qualche attività religiosa, si arriva al livello di katha-ruci provando piacere, questo è sreya che porterà al benessere ultimo.
Quindi Jiva Gosvāmī dice che, in ogni circostanza, katha-ruci è il primo livello della vita spirituale.
Nel mondo materiale è la stessa cosa, quando ti piace qualche cosa, sei interessato ad ascoltare riguardo a questo, sia per attività mondane, affari, sport o altro.
Perciò si dice che la Krsna-katha è l'ekantika-sreya, perché una volta che inizia il piacere per questo, vuoi ascoltare di più e svilupperai sempre più interesse.
D. Il verso sembra indicare che questo ruci si svilupperà automaticamente ascoltando di Krsna.
R. Non è detto questo. Si dice che se si sviluppa questo ruci è il massimo che si può ottenere.
D. Il verso dello Śrīmad Bhāgavatam 1.2.8 dice:
dharmah svanusthitah pumsam
visvaksena-kathasu yah
notpadayed yadi ratim
srama eva hi kecalam
“Se un essere umano esegue appropriatamente il proprio dovere, ma questo non genera attaccamento alle storie di Sri Krsna, allora il suo sforzo è inutile.”
R. Ma dopo questo Sri Suta Gosvāmī prosegue dicendo:
susrusoh sraddhādhanasya
vasudeva-katha-ruci
syan mahat-sevaya viprah
punya-tirtha-nisevanat
“O vipra, una persona veritiera che desidera ascoltare, dimorando o visitando un luogo santo, sviluppa il gusto nella vasudeva-katha rendendo servizio a un grande devoto.” (S.B. 1.2.16)
Questo gusto deriva dal mahat-seva. Jiva Gosvāmī dice che lo scopo ultimo nel seguire il varnasrama-dharma è che arriverai ad avere katha-ruci, altrimenti è inutile come qualsiasi altra cosa. Quello che vuole dire è che la ragione del dharma non è quella di ottenere qualche guadagno materiale ed anche Sri Suta Gosvāmī dice questo.
D. Voglio dire che quando prendiamo rifugio nel guru e pratichiamo attività sotto la sua direzione, come sadhana-bhakti...
R. Questo è il supremo, è il paro dharmo, come si dice nello Śrīmad Bhāgavatam 1.2.6
sa vai pumsam paro dharmo
yato bhaktir adhoksaje
ahaituky apratihata
yayatma suprasidati
“Questo è sicuramente il dovere supremo dell’umanità che conduce alla bhakti a Krsna senza causa e senza ostacoli. Il sé è completamente soddisfatto da questa bhakti.”
D. Ma all'inizio non c'è tanto ruci. Allora la mia domanda è: se si serve il guru appropriatamente, questo gusto si svilupperà come un suo sottoprodotto?
R. Cosa dice il verso dello SB 1.2.16? Quando c'è susrusa, il desiderio di servire, allora ruci arriverà.
D. Ma sembra indicare che questo ruci è la caratteristica distintiva del para-dharma, può Maharaja spiegare questo?
R. Nel dharma tradizionale, il varnasrama-dharma, non si sviluppa attaccamento per il Signore. Si è interessati principalmente nel godimento materiale in questa vita e nella prossima.
Fondamentalmente si può pensare di essere liberati, dharma, artha, kama e moksa, ma non si ha attaccamento per il servizio al Signore. Ma quando la persona ha katha-ruci allora, in modo naturale, le piace il Signore e servirLo. Quindi questo è superiore ed è ciò che dice il verso: sa vai pumsam paro dharmo yatho bhaktir adhoksaje, questo è il para-dharma.
L'altro non è para-dharma, quello tradizionale è apara-dharma. Si basa sull’invidia, matsarya, e raga e dvesa sono coinvolti. Il para-dharma è libero da matsarya; sa vai pumsam paro dharmo (SB 1.2.6), dharmah prajjhita-kaitavo ‘tra paramo nirmatsaranam satam (SB 1.1.2).
Ci si libera dall'invidia solo nella bhakti, in tutte le altre attività religiose si ha una natura invidiosa ed egoista.
D. Nel Bhakti-sandarbha c’è un commento che si riferisce a aupapattika sruti pramana. Maharaja può chiarire cosa significa?
R. Srila Jiva Gosvāmī sta esponendo il pramana (i mezzi per acquisire la conoscenza) dalla sruti, e la logica, infatti aupapattika significa “logica”. Proprio come compiendo attività materiali c’è della perdita, allo stesso modo andare nei pianeti celesti è temporaneo. Perciò qualsiasi beneficio ottenuto dal dharma è inutile se non ti dà katha-ruci, perché questo è il solo ekantica sreya, come è stato detto prima. Perciò egli dà il pramana dalla sruti, ma non è solo la sruti che dice questo anche la logica, che è chiamata aupapattika. |