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SERVIZIO, BHAJANA-KRIYA | ![]() |
Per un devoto sincero, nella tradizione vaisnava, il servizio al guru è un aspetto importante nel percorso spirituale. Maharaja afferma che solo con il servizio di devozione al maestro spirituale si rimuovono gli attaccamenti materiali, cioè l’ignoranza, l’ego, il piacere, l’avversione e la paura della morte. | |
D. Può Maharaja chiarire ulteriormente lo stadio di bhajana-kriya?
R. Bhajana-kriya, kriya significa attività e bhajana servizio, la parola viene dalla radice sanscrita bhaj servire. Bhajana-kriya è come la bhakti, un servizio che deve essere fatto in modo sincero, senza alcun motivo, ma in genere le persone fanno servizio con molti scopi. Deve essere fatto per il piacere della persona del guru. Amayaya anuvrtti, anuvrtti significa servizio e amayaya senza nessuna maya o altri motivi nella mente. Quando si fa questo, solo allora, c'è la possibilità di rimuovere gli anartha.
Se il discepolo non ha piacere in quello che fa il guru, non c’è motivo di anartha nivrtti. Un simile discepolo agirà con la sua personale ignoranza e gli anartha, avidya, asmita, raga, dvesa, abhinivesa, continueranno. Il discepolo penserà che egli ha più conoscenza del guru e gli troverà dei difetti, questo non è il processo e anche se il discepolo agisce, non lo aiuterà.
Se al discepolo piace ciò che fa il guru e lo apprezza, in modo naturale c'è anartha-nivrtti. Gli anartha, che sono tutti materiali, non sono altro che avidya, asmita, raga, dvesa e abhinivesa, cioè l’ignoranza, l’ego, il piacere, l’avversione e la paura della morte. Si deve apprezzare quello che il guru sta facendo, perché egli non ha piaceri materiali in questa vita. Così quando fai servizio apparirà anatha-nivrtti. È qualche cosa di pratico che deve essere sperimentato.
Le persone hanno detto molte cose riguardo a bhajana-kriya, che in realtà non hanno niente a che fare con la bhakti. Nel nome della bhakti diventano bahirmukha, materialisti, anzichè devoti. Perché la bhakti deve essere praticata sotto la guida del guru, se non si agisce così saremo indipendenti. Inoltre molti dicono di non associarsi tanto con il guru ed altro. Se non ti associ con il guru e addirittura non ti piace vederlo, allora dov'è anarha-nivrtti?
Alcune volte le persone fanno servizio, ma il loro servizio è come tenere la persona del guru sotto riscatto, come se si mettesse il guru sotto il loro controllo, dicendo: “la tua vita dipende da me”. Inoltre pensano che senza il loro servizio, niente funzionerà. Come se il guru sia sotto la loro misericordia. Questo non è il modo di fare bhajana-kriya.
D. Bhajana-kriya significa servizio diretto al guru?
R. Servizio al guru, questo è bhajana-kriya.
D. Tutti hanno la loro propria natura, dovremmo servire il guru in accordo alla propria natura o provare a fare quello che il guru vuole da noi? Come dovremmo usare la nostra inclinazione?
R. Devi servire in accordo alle indicazioni del guru.
D. Se faccio go-seva a Vrndavana è facile per me capire cos’è seva, ma in occidente è difficile per me vedere tutto ciò che faccio come seva.
R. Quando si prende diksa e ci si arrende, non si è più indipendenti. La mente, il corpo, le parole tutto è arreso, così quello che si fa è solo servizio. Si comprende cosa vuol dire diksa e non si ha nessuna indipendenza, non si fa niente per il proprio sé, non si è più indipendenti, ma in relazione con il Signore, si è una persona arresa. Perciò qualsiasi cosa si pratichi con il corpo, la mente e le parole è tutto collegato, perché si fa la promessa di agire opportunamente e non si pratica nessuna attività sfavorevole. Ovunque tutte le azioni sono seva, servizio favorevole. Perciò compiere azioni e cooperare è seva.
Se ci si ricorda di appartenere al Signore e di essere il Suo servitore, allora qualsiasi azione praticata è servizio.
SB 11.20.10-11
sva-dharma-stho yajan yajnair anasih-kama uddhava
na yati svarga-narakau yady anyan na samacaret
asmil loke vartmanah sva-dharma-stho 'naghah sucih
jnanam visuddham apnoti mad-bhaktim va yadrcchaya
“Se si compiono i propri doveri prescritti e si adora attraverso il compimento di sacrifici, ma non si ambisce mai ai loro frutti, oh Uddhava, non si ascende ai pianeti celesti e neppure si va all’infermo a meno di compiere un’azione proibita. Andando avanti con questo corpo e aderendo ai propri doveri prescritti, non incorrendo nel peccato e rimanendo puri, per la Mia grazia si ottiene la pura saggezza o la devozione a Me.”
Rimanendo in questo mondo e praticando le attività con questa coscienza, una persona ottiene la perfezione o la forma ultima di devozione.
D. Quando facciamo seva la coscienza è diversa di quando si è in disparte, osservando e riflettendo. Come si manifestano questi differenti tipi di percezione quando uno progredisce?
R. La coscienza è una. Quando stai lavorando, la tua coscienza è che stai servendo Bhagāvan, praticando azioni favorevoli. Devi avere questo sentimento quando fai go-seva.
Questo sentimento deve essere presente anche quando si fanno altre attività, la coscienza non è differente.
Alcune volte il servizio può essere svolto con il corpo fisico e altre con la mente, la cosa importante è essere il servitore di Bhagāvan, sempre cosciente di questo. Altrimenti, non avendo questa coscienza, qualsiasi cosa tu faccia sarà per il tuo ego materiale ed un'adorazione del tuo sé, questo non è servizio.
La differenza tra servizio e lavoro è solo nella coscienza. Il servizio è fatto per il piacere di Krsna, mentre il lavoro lo esegui solo per la tua soddisfazione personale e per il guadagno. Se hai questo intento indipendente, sbagli e stai commettendo delle offese trasgredendo le indicazioni del guru, considerandolo come una persona comune, che non conosce o ha dei sentimenti negativi.
Nell’uttama-bhakti tutto è offerto: la mente, il corpo, le parole e le attività. Non è coinvolto nessun imbroglio e la persona può conoscere sé stessa.
Per esempio Sanatana Gosvāmī proibì alle persone di toccare il prasada con altre cose non offerte, infatti si credeva che quando del cibo non offerto veniva a contatto con il prasada, automaticamente era offerto. In questo modo la gente non pensava di mangiare cibo non offerto. Ma tutto ciò è solo un inganno. Questo tipo di inganno non funziona.
Il problema principale è che le persone non rispettano il guru, essi pensano che sia una persona ordinaria. Questo è alla base di tutti i problemi. Prima di prendere diksa si dovrebbe considerare questo fatto, diversamente non c'è bisogno di prendere diksa. Perché diksa indica l’arresa e una volta arresi si dovrebbe seguire. Altrimenti si creano molti problemi, quindi sarebbe meglio non prendere diksa. Una volta presa l’iniziazione ci si deve arrendere ed essere veritieri verso questo impegno.
La bhakti è arresa. Questa coscienza è il sottofondo della bhakti, che non dovrebbe essere dimenticato in nessuna circostanza.
Krsna disse ad Uddhava:
dharmo mad-bhakti-krt prokto
janam caikatmya-darsanam
gunesv asango vairagyam
aisvaryam canimadayah
“Il risultato della devozione a Me è chiamato dharma. Vedere l’unità del Brahman dovunque è chiamato jnana. La rinuncia e l’avversione per gli oggetti dei sensi e gli otto tipi di potere dello yoga che iniziano con anima (diventare piccolo), sono chiamati aisvarya, o poteri di regolamentazione.” (S.B. 11.19.27)
Ciò che è fatto per Krsna, questo è dharma.
Qualsiasi attività compi, sia di giorno che di notte, è servizio, perché sei arreso. Questa coscienza rimane. Molte volte le persone domandano: “che dici di quello che sto facendo? Sto facendo questo, faccio molte cose.” Non ha importanza quello che stai facendo, se sei arreso questa coscienza rimarrà.
D. Servizio è compiacere il guru e Krsna senza motivazioni. Quando faccio servizio, c'è il desiderio di far piacere a Krsna, ma ci sono anche altre motivazioni. Questo è servizio oppure qualche altra cosa?
R. La vera definizione del servizio è far piacere alla persona che si serve e non è per il proprio piacere. C'è una differenza tra servizio e lavoro. Il lavoro è compiere delle attività senza essere interessati a soddisfare la persona per la quale si lavora. Se non c’è interesse a far piacere alla persona o ci sono altri motivi, non è servizio. Il servizio è inteso solo con l’obiettivo di dare piacere, diversamente la parola servizio è usata nel senso secondario.
Proprio come le persone chiamano qualcuno prabhu. La parola prabhu in realtà significa signore o maestro, ma c'è solo un Signore, che è Krsna. Quindi questa parola non è usata nel senso primario. Allo stesso modo qualche volta si può dire "egli sta facendo servizio", ma se la motivazione è differente allora non lo è, sebbene si usi la parola in quel senso.
D. Esiste il servizio misto, una miscela di motivazioni con il desiderio di dare piacere?
R. Se si ha il desiderio di dare piacere alla persona, solo questo è servizio. Ma se c'è qualcosa d'altro, allora non è servizio.
D. Questo significa che si fa l’uno o l’altro e non possono essere mischiati?
R. Tu lo puoi chiamare misto. Proprio come miscelare l’acqua con il latte. L'acqua non diventa latte e il latte acqua. L'acqua è acqua, il latte è latte.
Ora tu puoi chiamare l'intera cosa latte, come la gente dice, ma non è così, sebbene sembra che lo sia.
Nel mondo materiale quando le persone lavorano in un ufficio presso una società, loro servono in accordo alle indicazioni date per raggiungere gli interessi della società e non agiscono in modo indipendente perché pensano che è una cosa buona, e la fanno. Ma quando si giunge sul sentiero spirituale le persone pensano di agire in accordo alla propria intelligenza o per la soddisfazione personale, non per soddisfare il guru. Questo non è servizio. Se in un posto di lavoro fai questo, sarai buttato fuori. Eppure nel sentiero spirituale si indugia in questo.
D. È la coscienza che crea il servizio devozionale?
R. Sì, altrimenti è lavoro.
D. Se si è lontani dal guru e si sta facendo un sincero servizio devozionale, il guru conosce questo? C'è qualche connessione spirituale?
R. Se si sta facendo del servizio devozionale sincero, senza nessun kapata, imbroglio, allora il guru lo sa. È molto difficile capire cosa significa praticare un servizio sincero, ma lo puoi comprendere se c'è il sentimento di mamatva. Mamatva non può essere in realtà tradotto, significa “ciò è mio”, il sentimento che qualcuno mi appartiene. È come il sentimento che i genitori, specialmente la madre, hanno per il loro bambino, il sentimento “mi appartiene”, una relazione di cuore. Quando c'è questo sentimento, non c'è assolutamente nessun imbroglio o altre motivazioni. Questa è l'unica situazione, in cui una persona non ha nessun motivo, è altruista.
Nella realtà materiale c'è tanto egoismo, ma almeno c'è questo esempio, che chiarisce il punto.
Nella vita spirituale quando si ha il sentimento di mamatva, tutto è completamente altruistico, non importa dove si fa servizio, lo si fa per il Signore, perché il Signore tutto pervade, è illimitato.
Proprio come servire le mucche-go. Se il tuo sentimento è di amore e affetto verso di loro, questo da felicità alle mucche e anche noi ci sentiamo felici, sebbene ci si possa chiedere, come esse comprendano i nostri sentimenti. Similmente compiendo servizio così, ci sarà il risultato.
D. A parte go-seva, come fare servizio al guru?
R. È in accordo alla tua propensione, alle tue capacità e alle tue qualifiche. Guru significa servizio.
D. Significa prendere coscienza che lo si sta facendo per il guru, piuttosto che per altri servizi?
R. Naturalmente deve esserci la coscienza, ma anche fare servizio. Il servizio al guru deve essere fatto direttamente a lui.
D. Il servizio deve essere fatto secondo la propensione personale, ma d’altra parte amore significa far piacere all'altra persona in accordo alla sua predilezione. È come un bambino che offre qualche cosa ai genitori, ed essi lo accettano perché sanno che è fatto con amore, sebbene ai genitori possa non piacere.
R. Il servizio è fatto con piacere e si deve comprendere l'inclinazione di chi lo riceve. Quando ti piace qualcuno, tu capisci cosa gli fa piacere e questo diventa il tuo piacere.
D. Ma all'inizio non conosci la persona.
R. Poiché non la conosci, ecco perché il tuo dovere è di conoscerla.
D. Alcune persone nella vita sono molto attive, altre meno. Le persone passive hanno maggiori problemi nella bhakti?
R. Esse diventeranno attive. L’inazione o minore attività è causata dall'ignoranza, ma quando si diventa devoti, non si può rimanere inattivi. L'azione viene dall'attaccamento. Quando si avrà attaccamento alla bhakti e a Krsna, allora si diventerà attivi, non si rimarrà inattivi.
D. Perché c'è il gusto?
R. Sì. Non sarai pigro, questo difetto se ne andrà.
D. Cosa significa fare servizio a pieno cuore?
R. Prima di tutto si deve appartenere a Bhagāvan, diventare una Sua persona facendo servizio. Non dovresti considerarti indipendente o separato da Lui. Al momento la nostra mentalità è quella di essere separati da Bhagāvan. Qualsiasi cosa facciamo, se preghiamo o se facciamo attività devozionale, ci sentiamo separati da Lui. Questa non è devozione.
Proprio come il pujari nel tempio, che faceva la puja, ma in realtà era preoccupato solo della sua casa e della sua famiglia. Egli non si preoccupava se rubava i soldi dalla cassetta delle donazioni o prendeva gli oggetti riguardanti l’adorazione del Signore, perché il suo vero interesse non era per Bhagāvan, ma la sua famiglia. Questa non è arresa, non è fare servizio con tutte le tue capacità.
Il sentiero della bhakti è completamente libero da ogni tipo di imbroglio, ed è anyabhilasita-sunyam. Quando ti mantieni separato, avrai desideri separati ed il servizio sarà solo un mezzo per soddisfarli. Come un servitore che lavora e ottiene un salario. L'interesse del servitore non è per il maestro, perché il maestro è solo colui che lo ha assunto ed ha acquistato il suo tempo, il suo vero interesse è da un’altra parte. Egli prende i soldi e li userà, questo è il suo vero interesse. Questa non è devozione.
satyam disaty arthitam arthito nrnam
navarthado yat punar arthita yatah
svayam vidhatte bhajatam anicchatam
icchapidhanam nija-pada-pallavam
“è vero che Bhagavān soddisfa i desideri delle persone quando lo richiedono, ma questo non è il supremo dono, perché anche dopo aver soddisfatto i loro desideri, esse pregano per soddisfarne ancora altri. Bhagavān dona i Suoi piedi di loto a quei devoti che lo adorano, sebbene non li richiedano, ponendo fine ai loro desideri.” (S.B. 5.19.27)
Quando qualcuno è in sakama e pratica la bhakti, se Krsna lo benedice, mette i Suoi piedi sul punto dove si generano i desideri. Questo naturalmente ha un significato allegorico, indica che quando i desideri appaiono, fin dalla loro fonte, sono catturati dalla fragranza dei piedi di Krsna. In questo modo i desideri non rimangono motivo di indipendenza, ma si sgretolano, prendendo il profumo dei piedi di Krsna, si combinano con il Suo servizio. Altrimenti Krsna pensa: “se gli dò qualche cosa adesso, domanderà ancora di più, procurandomi dei fastidi”. Egli chiude la fonte con i Suoi piedi, così non uscirà nessun desiderio e se ne sorgeranno altri saranno in relazione al servizio. Altrimenti la persona rimarrà indipendente. Sakama bhakti in realtà non è considerata bhakti, è per soddisfare gli scopi personali.
Servizio completo è non considerarsi separati da Ksna.
La bhakti non è coperta da jnana o karma. Coperta da jnana o karma vuole dire provare piacere, rilassarsi o liberarsi. Questa è indipendenza.
D. Da dove viene l’ispirazione ad agire per Dio?
R. Se non venisse da Dio tu agiresti solo per il tuo sé. Allora, perché viene l’ispirazione di fare qualche cosa per qualcun altro?
D. Forse perché ti piace?
R. Questo piacere non è materiale. Perché solo tu improvvisamente hai iniziato ad avere questo piacere e non altri?
Il servizio è fatto in due modi: saguna, i modi della natura materiale e nirguna, al di là delle influenze della natura materiale. Se l'ispirazione è appropriata, senza alcun motivo personale, allora non è il risultato delle nostre azioni, perché nirguna non è il risultato di qualcosa che è dei guna. Nirguna non può derivare da ciò che è materiale. Le cose trascendentali non sono il risultato di qualcosa di materiale. Se comprendi che l’ispirazione di fare servizio in coscienza di Krsna, non proviene da azioni o pensieri materiali, allora accetti che questa ispirazione venga da Dio, perché non c'è altra sorgente.
D. Maharaja può spiegare il verso dello Śrīmad Bhāgavatam 1.2.18
nasta-prayesv abhadresu
nityam bhagavata-sevaya
bhagavaty uttama-sloke
bhaktir bhavati naisthiki
“Quando tutti i desideri materiali sono quasi distrutti, allora, dal consueto servizio ai devoti, si manifesta l’incrollabile bhakti a Sri Krsna, il quale possiede pura fama.”
Inoltre puoi spiegare l’affermazione che attraverso seva e l'ascolto dello Srimad-Bhāgavatam tutto quello che turba il cuore è “quasi completamente distrutto.” Cosa significa “quasi completamente distrutto”?
R. Questa è una traduzione sbagliata. Non viene detto che “è quasi completamente distrutto”, piuttosto significa che persino se non è del tutto distrutto, la bhakti si manifesta. Questo verso del Bhāgavatam spiega le fasi della devozione, come puoi leggerle nel Bhakti Rasamrta Sindhu 1.4.15-16
adau Śraddhā tatah sadhu-sango 'tha bhajana-kriya
tato 'nartha-nivrittih syad tato nistha rucis tatah
athasaktis tato bhavas tatah premabhyudancati
sadhakanam ayam premnah pradurbhave bhavet kramah
“Prima si ottiene la fede, poi si ricerca l’associazione dei sadhu e si pratica la bhakti. Allora gli anartha sono distrutti, questo è il risultato di una bhakti salda, senza confusione. Continuando la pratica della bhakti si ottiene il piacere, ruci, per essa. Questo risulta dal profondo attaccamento, asakti, alla bhakti. Successivamente matura bhava e poi prema. Questa è la progressione perché si manifesti prema in chi compie sadhana-bhakti.”
Il verso del Bhāgavatam parla di come praticare bhajana-kriya, nityam bhagavata-sevaya (servendo i puri devoti e il Bhāgavatam), poi segue anartha-nivrtti e così otterrai nistha, perché è detto bhakti bhavati naisthiki. In sostanza il verso spiega che quando c'è anartha-nivrtti, si ottiene nistha. La bhakti si manifesta persino se sono rimaste delle tracce di anartha. Non è necessario, come in altri processi, che gli anartha siano rimossi completamente, affinché la bhakti si manifesti. Così l’intero capitolo parla di questo processo, che inizia da sraddhā. In precedenza è stato spiegato come si arriva a katha-ruci passando da mahat-sevaya. Da qui si pratica bhagavat-sevaya e si ottiene nistha, al fine di rimuovere raja e tama, sviluppando interesse per saksad-hari, l'associazione del Signore Hari.
D. La bhakti si manifesta al livello di nistha?
R. Sì, quando si è fissi e gli anarha sono rimossi.
D. Cosa significa abhadresu?
R. Anartha.
D. Qualche volta ho un dilemma mentre compio go-seva, se devo andare alla lezione in tempo oppure finire il mio servizio. Sebbene il servizio importante è stato fatto, tuttavia ci sono ancora delle cose da completare e Maharaja vuole che siano finite.
R. Devi organizzare il tuo tempo in modo che il servizio non ne risenta, perché è lo scopo ultimo. Bhakti significa servizio, ed è ciò che dobbiamo ottenere. Devi compierlo in modo da completarlo, così da non essere turbato.
Nel sentiero quale il jnana, dove non si pratica alcun seva, lo studio diviene il più importante. Così anche tu puoi arrivare a pensare in questo modo, ma per noi la cosa più importante è il servizio.
D. Quando si ha mahat-sanga, qual è la differenza tra prasanga e paricarya?
R. Quando si ha sraddhā ci si associa con i devoti, che in sostanza significa con il guru. Prasanga in questa associazione vuol dire ascoltare, soprattutto gli sastra e rimuovere i dubbi. A seguito di questo si fa sevizio, paricarya. Prasanga, l’ascolto, non è molto potente se non si fa sevizio, paricarya. Entrambi sono richiesti, prasanga e paricarya, l’ascolto e il servizio diretto.
D. Per lo più dopo l’ascolto si è ispirati a fare servizio.
R. Sì. |